Montalcino – Vino e olio attorno a Sant’Antimo
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Montalcino è un borgo medievale toscano sempre più conosciuto negli ultimi decenni grazie al molto apprezzato Brunello. Considerata una zona vitivinicola tra le migliori al mondo, insieme alle campagne di Champagne, Bordeaux e Barolo, ha una tradizione piuttosto recente per quanto riguarda questo vino così prestigioso: una storia cominciata dalla famiglia Biondi Santi poco più di cento anni fa.
Oltre al Brunello che siede ovviamente al posto d’onore, questa zona è particolarmente adatta alla coltivazione di uva e olivi; dal 1996 la regione Toscana ha addirittura creato un’etichetta Doc che porta il nome di Sant’Antimo, allo scopo di promuovere e tutelare la ricchezza del territorio e conferire dignità a vini di qualità prodotti al di fuori della rigida regolamentazione del Brunello. Purtroppo essendo cugino di un vino eccezionale, questa denominazione non ha ottenuto molta attenzione e apprezzamento nel mercato italiano ed estero, un vero peccato a cui fortunatamente si può rimediare con un bicchiere pieno e mente aperta.
Scendendo da Montalcino in direzione del monte Amiata, la cima più alta della Toscana continentale la cui origine vulcanica fu causa della straordinaria ricchezza di minerali presenti nel terreno ed allo stesso tempo delle numerose sorgenti termali presenti nella Val d’Orcia, si supera la storica residenza della famiglia Biondi Santi e in poco più di 10 minuti si raggiunge la valle che affaccia su Castelnuovo Dell’Abate. La valle presenta pendii dolci coperti di vigneti ed olivi secolari, tra i più imponenti di Montalcino, ma quello che attrae maggiormente la nostra attenzione è la splendida Abbazia di Sant’Antimo.
Abbazia di Sant’Antimo VIII secolo
L’edificio è un esempio di architettura romanica edificato su una preesistente struttura che si trova al di sotto dell’altare, in cui si conservavano le reliquie del Santo. Ampliata in seguito nel XII secolo fino alla dimensione attuale, è molto interessante per la sua storia e leggenda: c’è chi la vorrebbe costruita per volontà di Carlo Magno, che si dice soggiornò presso il reliquiario di Sant’Antimo durante il suo viaggio verso Roma.
Entrando al suo interno ci regala un senso di calore e abbandono proprio dei luoghi spirituali antichi, oltre a incuriosire l’occhio più attento con i simbolismi presenti intorno alle colonne, figure animali che sparirono successivamente dall’interno delle chiese cristiane.
Per godere della magnifica vista del monte Amiata dall’Abbazia di Sant’Antimo dobbiamo invece salire sulla collina.
Eugenio Serra
accompagnatore turistico che lavora da anni in qualità di autista privato presso la più importante agenzia di San Gimignano. Laureato in filosofia e appassionato di storia locale, si occupa di consulenza e comunicazione per l’organizzazione del settore turistico di tale azienda.
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